Salute

Procede il dibattito sulla Dichiarazione di impegno per la Lotta all’AIDS

I due testi presentati ieri dalle ONG

di Redazione

Procede il dibattito sulla Dichiarazione di impegno per la Lotta all?AIDS
 Al briefing di aggiornamento aperto alle NGO di ieri mattina abbiamo appreso che le consultazioni tra le delegazioni di governo sono continuate fino alle 2.30 della notte, ma hanno portato ad una maggiore condivisione del linguaggio della dichiarazione. L?Unione Europea, in particolar modo, sembra aver giocato il ruolo di facilitatore, affinché i punti maggiormente controversi del documento (soprattutto, la citazione esplicita dei gruppi maggiormente vulnerabili) trovassero un più vasto consenso.
 In realtà, sembra che la maggior parte dei paragrafi posti ancora tra parentesi all?interno della dichiarazione (a significare che non c?era su di essi un consenso unanime) siano divenuti punti d?accordo.
 Inoltre, sembra che l`U.E. abbia “spinto” affinché il riferimento alle linee guida internazionali sui diritti umani delle Nazioni Unite venisse incluso ed accettato, seppur all?interno di un nuovo paragrafo (probabilmente comunque meno vincolante).
 Terminate così le consultazioni tra le delegazioni di governo, il testo viene discusso dai ministri, dei singoli paesi. Per l?Italia, parlerà Giandomenico Magliano, Direttore generale per la Cooperazione allo Sviluppo, Ministero degli Affari Esteri.

I due testi preparati dalle elle ONG
Come preannunciato al meeting di ieri, alcuni rappresentanti di ONG hanno lavorato al testo del comunicato stampa volto ad illustrare la loro posizione sulla approvanda Dichiarazione di impegno. In realtà due sono i testi che verranno consegnati alla stampa locale ed internazionale.
 L?uno riassume il disappunto rispetto al poco spazio che il percorso di consultazione ha riservato alle ONG ed alle posizioni da loro rivendicate. Addirittura si cita il caso della Commissione internazionale  sui Diritti Umani delle lesbiche e degli omosessuali a cui la scorsa settimana è stato esplicitamente negato di poter partecipare alla tavola rotonda che lavorerà in questi giorni sul tema dei diritti umani, laddove  un gruppo di stati ha asserito che “la loro presenza avrebbe offeso la pubblica morale” .
Ugualmente, vi si lamenta la assenza di organizzazioni rappresentanti i giovani dai meeting preparatori e dalle delegazioni governative. Assenza significativa, laddove si consideri che i giovani oggi rappresentano più della metà dei nuovi casi di infezione che accadono ogni giorno al mondo.
Infine, le ONG definiscono la Dichiarazione ed i meeting preparatori compromessi dalla preponderanza degli interessi economici su quelli del terzo mondo e dei fini politici su quelli di salute pubblica del mondo. Inoltre, volendo escludere alcuni gruppi di popolazione tra quelli maggiormente vulnerabili, gli stati hanno contribuito ad accrescere lo stigma e la discriminazione nei loro confronti, mancando quell?approccio che invece avrebbe dovuto condurre al loro superamento.
L?altro documento “La posizione delle ONG sulla dichiarazione di impegno” vuole invece riassumere le questioni considerate fondamentali dalle ONG, ma che mancano, o dovrebbero essere rinforzate, nel testo ufficiale. I punti principali sono i seguenti:
–      la prevenzione, l?assistenza e la cura devono essere fortemente collegati all?interno di un approccio globale multisettoriale, che comprenda le ONG e le persone con HIV, così come organizzazioni in campo economico, sociale, politico e culturale, perché solo così le strategie possono combattere un fattore fondamentale che sta alla base della epidemia: la povertà;
–       occorre assumere un atteggiamento di massima apertura, per combattere lo stigma, la condanna sociale e la discriminazione. In tale senso, non ci possono essere obiezioni o difficoltà nel dover citare in modo esplicito omosessuali, prostitute e consumatori di stupefacenti
quali gruppi maggiormente a rischio ;
–       la prevenzione dovrebbe riguardare l?informazione e l?educazione, ma anche le strategie di riduzione del danno (che non sono minimamente citate nella Dichiarazione), così come la volontà di affrontare i fattori economici, culturali e legislativi in quanto determinanti rispetto alla diffusione dell?infezione ;
–       la necessità di legare le politiche di sanità pubblica ad un approccio basato sul rispetto e la promozione dei diritti umani, che diventano anche diritti sociali ed economici. Inoltre, il processo di empowerment degli individui, in specie delle donne (oggi popolazione a maggior rischio di infezione) deve essere perseguito senza mediazioni. Solo individui consapevoli possono infatti adottare comportamenti autotutelanti rispetto a sé ;
–       si propone la creazione di un organismo di controllo preposto al monitoraggio del processo di implementazione ed attuazione di quanto previsto dalla approvanda Dichiarazione, Tale organismo dovrebbe coinvolgere attivamente i rappresentanti della società civile e le persone con HIV-AIDS e rapportare periodicamente in modo pubblico i risultati del monitoraggio.
 
Lila ha sollevato la questione dell?assistenza e dell?accesso ai trattamenti: assistenza, trattamenti e supporto  devono essere un tutt?uno con la prevenzione. L?accesso ai trattamenti è fondamentale e non può esservi disparità tra popolazioni residenti in diverse parti del mondo. L?impatto dei trattati internazionali sul commercio sull?accesso ai trattamenti delle popolazioni, in specie nei PVS, è fortissimo. Gli obiettivi di salute pubblica devono essere preponderanti rispetto agli interessi economici garantiti dalla tutela della proprietà intellettuale sui farmaci.

(corrispondenza a cura della Lila)
 

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